UGO LEVITA

 pittore

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da Bramante, L’Aquila con la Tovaglia e altri Miti

Sergio Guarente, Todi, 2017

 

[…] Così, questo polittico di Ugo Levita, dedicato a L’aquila con la tovaglia, quindi alla leggenda della fondazione di Todi che si propaga dall’aquila iniziatrice al volto di Donato Bramante, artefice delle limpide forme del Tempio di Santa Maria della Consolazione, ci restituisce il senso della foresta arcana dei simboli e dei miti che popolano il sogno della vita, definendone l’inarrivabile poliedricità e misteriosità come cammino iniziatico di conoscenza, mirabilmente riconosciuto da maestri del pensiero quali Mircea Eliade e Károly Kerény. La conoscenza misterica nutre dunque la  nostra anima e ne dirige gli incerti passi, permettendoci di ritrovare collocazione e radicamento, di accedere all’apprensione delle sorgive origini del nostro essere-nel-mondo. Il nostro autore, infatti, ci indica magistralmente come la realtà e il suo procedere nel tempo siano sormontate da una surrealtà conoscitiva dove si annidano il profondo e l’essenziale del vivere, perché, come afferma con il suo canto ispirato Friedrich Hölderlin, “chi ha pensato il più profondo, ama il più vivente”.

Pertanto, di fronte a  L’aquila con la tovaglia, possiamo lasciarci fascinare dalla maestria di un racconto pittorico e intellettuale alato e visionario, indirizzato ad una alchemica interrogazione dei segreti di vita, storia e natura, nel segno di un panpsichismo che richiama la filosofia rinascimentale di Giordano Bruno e di una cognizione del vero orientata alla perfezione delle forme e delle essenze, come traspare con chiarezza dai poliedri, tali da rinviare al Timeo platonico, che contornano la figura del Bramante rappresentata nel polittico.   

Occorre allora essere profondamente grati a Ugo Levita per il suo luminoso invito a sollevarci dalla pura fatticità e banalità del reale, che non può certo ridursi a “semplice presenza”, come magnificamente sottolineato da Martin Heidegger, ma rinvia all’altro e all’ulteriore, al ricettacolo incantato dove si cela il mistero delle profondità incommensurabili dell’Essere sempiterno.                           ​